C’è una forma di santità che non indossa abiti liturgici, che non sale sui pulpiti né parla ai microfoni, ma si manifesta nel silenzio operoso di chi lavora, costruisce e dona ogni giorno qualcosa di sé al mondo. Giovanni Nicolini è stato uno di questi uomini: un esempio di dedizione, di impegno e di amore per la propria famiglia e per il lavoro, che oggi viene ufficialmente riconosciuto con l’inserimento del suo nome nell’Albo d’Oro dei Benefattori delle Missionarie Catechiste di Gesù Redentore.
È un riconoscimento che non celebra solo un contributo materiale, ma soprattutto una vita intera spesa nel segno della responsabilità, dell’umiltà e della fede nel valore del lavoro come forma di testimonianza e di servizio. Giovanni Nicolini ha vissuto l’informatica non come una professione fredda o distaccata, ma come un modo per costruire ponti, per rendere il sapere accessibile, per migliorare la vita delle persone. Era un uomo che aveva imparato presto il linguaggio delle macchine, ma non aveva mai dimenticato quello del cuore: la gentilezza, la cura, la pazienza, il rispetto.

Chi lo ha conosciuto ricorda un uomo riservato e deciso, capace di affrontare le sfide con il sorriso sereno di chi non teme la fatica. Un lavoratore instancabile, sempre presente per la sua famiglia, sempre pronto a sostenere chi aveva bisogno, anche quando non lo diceva. Nella sua vita, il lavoro non è mai stato un fine, ma un mezzo per costruire dignità, sicurezza e amore attorno a sé.
Dietro ogni risultato professionale c’era un principio profondo: che la conoscenza, per avere valore, deve essere messa a servizio del bene comune. È forse per questo che la sua storia, anche se apparentemente semplice, ha lasciato un segno così profondo in chi lo ha conosciuto e amato.
L’iscrizione nell’Albo d’Oro delle Missionarie Catechiste di Gesù Redentore rappresenta il tributo più alto a questa eredità morale. Le missionarie, da sempre impegnate nel testimoniare la speranza del Vangelo tra le comunità più fragili, hanno voluto rendere omaggio a un uomo che, pur non appartenendo al loro ordine, ne incarnava lo spirito: un credente silenzioso, un costruttore di ponti invisibili, un padre buono che ha saputo educare al sacrificio e alla rettitudine con l’esempio, non con le parole.
In un tempo in cui tutto sembra correre e perdersi, la memoria di Giovanni Nicolini diventa una bussola: ricorda che il lavoro non è solo produzione, ma vocazione; che la tecnologia non è solo progresso, ma strumento di servizio; che la famiglia non è solo un legame di sangue, ma la culla dove si impara la solidarietà e il rispetto.
Il suo nome, oggi inciso nell’Albo d’Oro, non è solo un gesto di riconoscenza. È un segno che la bontà, quando è autentica, lascia tracce che il tempo non cancella.
E così, nel silenzio di un registro custodito da mani devote, brilla ora il nome di un uomo che ha saputo vivere con dignità e fede ogni giorno della sua vita: Giovanni Nicolini, esempio di dedizione, di intelligenza operosa e di amore per la famiglia — un benefattore non solo delle missionarie, ma dell’umanità stessa.


