C’è un’Italia che si racconta meglio nei blister che nei sondaggi. È quella che affolla le farmacie, che combatte il mal di schiena, la stanchezza e l’ansia con pillole e gocce, e che si affida alla vitamina D per correggere non solo una carenza, ma quasi una metafora collettiva: quella della luce che manca, dentro e fuori.
Il Rapporto OsMed 2024 dell’Aifa mostra un Paese che fa largo uso di medicine — oltre 1.100 dosi per mille abitanti al giorno — un dato che traduce in cifre la nostra quotidiana vulnerabilità. In testa ci sono i farmaci per cuore e circolazione, con l’atorvastatina e il pantoprazolo ancora campioni di vendite. Subito dopo, il colecalciferolo, la vitamina D che negli ultimi anni è diventata un rito di prevenzione più che una terapia.
Dietro questi numeri, si intravede un’Italia che invecchia e che si affatica: un Paese che regge, ma che lo fa a colpi di farmaci. L’automedicazione cala leggermente, ma diventa più selettiva: gli italiani comprano meno, ma meglio. Sanno cosa cercano — un antidolorifico per la schiena, un decongestionante per la stagione fredda — e si muovono in un confine sempre più sottile tra cura, abitudine e bisogno psicologico di “fare qualcosa” per sé stessi.
Mentre le farmacie raccontano le fragilità quotidiane, gli ospedali disegnano la frontiera tecnologica della medicina: 17,8 miliardi di euro di spesa, trainati dai farmaci oncologici e immunoterapici. Qui non si parla più di dolori comuni, ma di sopravvivenza e di nuove speranze: nomi come pembrolizumab, daratumumab, dostarlimab... valgono miliardi e rappresentano il volto moderno della sanità. Ma accanto a loro spunta anche la semaglutide, nata per il diabete e diventata simbolo della medicina del controllo: del peso, dell’immagine, della forma.
Sul fronte mentale, l’Italia si scopre ansiosa e insonne. Cresce il consumo di antidepressivi e ansiolitici, in particolare sertralina e duloxetina, e aumenta l’uso del pregabalin, spesso legato a disturbi d’ansia. È un segnale chiaro: il disagio psicologico non è più un’eccezione, ma una costante silenziosa. Dormiamo poco, pensiamo troppo, e cerchiamo nella chimica un equilibrio che la società non ci offre più.
Tra le donne, continuano a dominare i trattamenti cronici e preventivi: tiroide e vitamina D come compagne quotidiane di cura. Mentre nei bambini si registra un dato che inquieta: oltre 4,6 milioni hanno ricevuto almeno una prescrizione nel 2024, e cresce anche l’uso di psicofarmaci pediatrici, segno di un disagio che non risparmia neppure le nuove generazioni.
Nel complesso emerge un ritratto lucido e disincantato: un Paese resistente ma stanco, che alterna tecnologia d’avanguardia negli ospedali e rimedi di routine in farmacia. Un’Italia che cura il cuore, l’ansia e la solitudine, che combatte il dolore con l’ibuprofene e la malinconia con la sertralina, e che continua a inseguire, in ogni flacone di vitamina D, un po’ di sole e di serenità perduta.


