I soccorritori setacciano da quattro giorni le rive infangate del Guadalupe e sorvolano con droni e elicotteri un'area dell'area centrale del Texas, ormai irriconoscibile, alla ricerca di decine di dispersi. Finora i morti accertati sono 78, ma nessuno si fa illusioni: il bilancio peggiorerà, con il progressivo deflusso dell'acqua che permetterà il recupero dei corpi delle persone disperse.

La maggior parte delle vittime — 68, tra cui 28 bambini — si registra a Kerrville, cittadina affacciata sul fiume trasformato all'alba di venerdì in un torrente assassino da un nubifragio che ha fatto cadere il doppio della pioggia prevista. Nel Camp Mystic, campo estivo cristiano per sole ragazzine, risultano ancora disperse dieci giovani ospiti e una loro accompagnatrice.

Altre dieci persone sono morte nelle quattro‑cinque contee limitrofe e 41 risultano tuttora disperse. «Il quadro peggiorerà», ha ammesso Freeman Martin, numero uno del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Texas.

Oltre 850 persone sono state salvate, in molti casi aggrappate ai rami degli alberi. Le ricerche proseguono 24 ore su 24, ma i soccorritori devono farsi largo tra fango, detriti e serpenti, sotto un caldo torrido. All'opera anche otto elicotteri militari e un drone MQ‑9 Reaper con sensori a infrarossi per individuare corpi e sopravvissuti.

La colpa non è solo della "pioggia del secolo". Il National Weather Service aveva previsto forti rovesci, non una bomba d'acqua. Il posto chiave di «warning coordination meteorologist» nello sportello di San Antonio, quello che coordina gli allarmi con la Protezione civile locale, era vacante da aprile: il precedente titolare si è ritirato anticipatamente, complice il piano di riduzione del personale voluto dall'amministrazione Trump.

L'ex direttore della NOAA, Rick Spinrad, accusa: «Con uffici meteorologici sotto organico è inevitabile che gli avvisi arrivino tardi o in modo confuso». Il governatore Greg Abbott promette indagini serrate: «Capiremo se quel vuoto di personale ha contribuito al disastro».  

Il presidente Donald Trump ha firmato la dichiarazione di emergenza solo domenica, attivando la FEMA e facendo arrivare squadre della Guardia Costiera. Ha però respinto le accuse sui tagli, facendo riferimento addirittura al suo predecessore, Joe Biden... a cui - a suo dire - non era possibile attribuire alcuna colpa, perché quanto accaduto è un evento che avviene «una volta ogni cento anni».

Trump dovrebbe recarsi sul luogo del disastro venerdì prossimo.

L'attuale presidente degli Stati Uniti nega l'esistenza di un cambiamento climatico in atto, nonostante modelli previsionali avvertano da anni che precipitazioni sempre più estreme possono diventare un pericolo per le aree già vulnerabili. Come se non bastasse, ha effettuato tagli indiscriminati al bilancio federale con il DOGE che è intervenuto anche sul NOOA che, per l'appunto, si occupa di prevenzione e allerta di possibili catastrofi ambientali legate: dalle alluvioni fino agli uragani. E per ultimo Trump vuole scaricare il maggior onere dei costi per risarcimenti e ricostruzioni legati a disastri ambientali sui singoli Stati.



AGGIORNAMENTO

Nel corso della giornata è aumentato fino a 91 il numero delle persone di cui è stata confermata ufficialmente la morte. Sono 75 quelle registrate nella sola contea di Kerr. Nell'area sono previste ulteriori forti precipitazioni nelle prossime 24-48 ore.