Italo Bocchino ci ha spiegato che l'Italia ha perso 4-1 dalla Norvegia... per colpa della sinistra
«Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.»
È il monologo finale di Roy Batty (Rutger Hauer) in Blade Runner. Perché citarlo? Perché Rutger Hauer, se lo dovesse pronunciare oggi, vi aggiungerebbe quanto detto dal "mitico" Italo Bocchino:
"Meno male che c'è Sinner a rendere orgogliosi gli italiani. Perché quello che è accaduto alla nostra nazionale di calcio è sintomo di qualcosa di più ampio: la distruzione del patriottismo da parte della sinistra ha colpito anche i nostri calciatori".
Pensavamo di aver raggiunto il fondo del ridicolo, e invece Italo Bocchino ci sorprende ancora. Dopo la catastrofe della Nazionale italiana travolta 4-1 in casa dalla Norvegia, molti avrebbero pensato che fosse il momento di fare autocritica, analizzare errori tattici, limiti dei giocatori, o perlomeno ammettere che qualche responsabilità ricade sul campo. E invece no: Bocchino ha trovato la vera radice del male. Non nei giocatori, non in Gattuso, non nel fatto lampante che la squadra sia mediocre. No, per lui la colpa è della sinistra.
Sì, avete letto bene. Secondo Bocchino, la sconfitta è la conseguenza della "distruzione del patriottismo da parte della sinistra", che avrebbe colpito persino i calciatori. Tradotto in termini pratici: se Elly Schlein, Fratoianni e Bersani avessero fatto il loro dovere politico meglio, forse Haaland avrebbe deciso di sbagliare tutti i gol. Una spiegazione che rasenta l'assurdo più totale e che trasforma una sconfitta sportiva in una crociata ideologica degna di un thriller politico di basso livello.
Bocchino, massimo ideologo e voce più ascoltata del melonismo militante, conferma ancora una volta la capacità impressionante di staccarsi dalla realtà. Si potrebbe quasi applaudire l'inventiva, se non fosse così incredibilmente patetica. Non solo si nega l'evidenza dei fatti – che la Nazionale è tecnicamente inferiore – ma si prova a costruire un complotto ideologico talmente assurdo da sembrare grottesco persino per una parodia.
In fondo, è il gioco preferito di chi non ha più argomenti concreti: incolpare chiunque tranne sé stessi o le persone direttamente coinvolte. In questo caso, l'oggetto del furore ideologico è la sinistra, colpevole di ogni male possibile, perfino dei gol subiti da una squadra di calcio.
Se il livello di polemica politica fosse misurabile, Bocchino sarebbe già oro olimpico. Peccato che l'epicentro del suo delirio non sia uno studio televisivo, ma la realtà concreta: il campo da calcio, dove contano tecnica, preparazione e gioco di squadra, non fantomatici complotti politici.
Il rischio, purtroppo, è che qualcuno prenda sul serio queste esternazioni. E allora prepariamoci a sentire la prossima volta che la colpa di un rigore sbagliato sarà del Pd, della sinistra radicale o chissà di quale fantasma politico inventato per l'occasione. Bocchino non delude mai: il ridicolo non ha confini.