La Camera approva il ddl Valditara: via libera all'educazione sessuo-affettiva, ma solo con il consenso dei genitori
La Camera ha dato il via libera al disegno di legge Valditara sull'educazione sessuo-affettiva e sul consenso informato con 151 voti favorevoli e 113 contrari. Il provvedimento ora passa al Senato, ma il quadro è già abbastanza netto: nessun obbligo di introdurre l'educazione sessuale nelle scuole e una serie di paletti che rendono l'adozione di questi percorsi più complicata, non più semplice.
Il ddl stabilisce che eventuali corsi di educazione sessuale e affettiva possano essere attivati alle scuole medie e superiori solo con il consenso esplicito dei genitori degli studenti minorenni. Alle elementari, invece, ogni attività sul tema è vietata. In pratica, chi decide di proporre programmi formativi dovrà districarsi tra un iter autorizzativo più pesante e un perimetro normativo poco definito, soprattutto in relazione a cosa ricada esattamente sotto il concetto di “sessualità”.
La votazione del 3 dicembre ha riacceso lo scontro politico a Montecitorio. Il relatore del testo, Rossano Sasso (Lega), ha ribadito che l'obiettivo è vietare "distorsioni ideologiche di una sinistra che vorrebbe continuare a portare nella scuola i propri attivisti politici ma anche drag queen e porno attori".
L'opposizione ha reagito con toni duri. Irene Manzi (PD) ha accusato la maggioranza di portare avanti una battaglia "oscurantista", mentre Riccardo Magi (+Europa) ha definito il ddl un intervento "reazionario e inefficace".
Maria Elena Boschi ha denunciato il rischio di un passo indietro culturale: un quadro legislativo "anacronistico e antiscientifico" che isola l'Italia rispetto al resto d'Europa, dove l'educazione sessuale è in molti Paesi obbligatoria da decenni.
"Quando pensiamo ai talebani - ha detto la dem Laura Bodrini - pensiamo a uomini ispirati a un fondamentalismo religioso, retrogradi, oscurantisti, ideologici e misogini. E pensiamo a posti come l'Afghanistan. Ma i talebani non sono solo in Afghanistan, ne abbiamo una nuova categoria qui nell'aula di Montecitorio: i talebani muti, quelli che non esprimono le loro idee, che non si confrontano. Siete voi [deputati della maggioranza, ndr] talebani ad impedire l'educazione sessuale e affettiva nelle scuole.E lo avete fatto stando in silenzio mentre discutevamo gli emendamenti e gli ordini del giorno dell'opposizione. Zitti. Non una parola. Solo voti come ha ordinato palazzo Chigi. Un silenzio che esprime disagio, forse.E avete ragione a essere a disagio. Perché ci vuole coraggio a dire no all'educazione sessuale e affettiva nelle scuole, ci vuole coraggio a non vedere il legame che c'è tra questo e la violenza contro le donne. Se educhiamo i bambini e le bambine al rispetto reciproco, ovviamente ci sarà meno violenza sulle donne. Siete come i fondamentalisti islamici che tanto dite di voler combattere. E alla fine i fondamentalismi si somigliano tutti e si ritrovano sugli stessi obbiettivi".
Il confronto ora si sposta al Senato, ma la frattura politica appare già profonda. In gioco c'è non solo la regolamentazione di un ambito formativo, ma l'idea stessa del ruolo della scuola nell'educazione delle nuove generazioni.