L’EDITORIALE – Antonio Petrazzuolo: “Napoli, solo applausi per Conte, anche dopo due pari a reti bianche”

Secondo pareggio di fila a reti bianche per il Napoli, dopo quello di sabato scorso contro il Como. E’ arrivata dunque la replica soporifera in Champions contro l’Eintracht Francoforte. Due partite ravvicinate e prive di emozioni per i tifosi presenti al Maradona. L’urlo per il gol è rimasto soltanto strozzato in gola e di occasioni realmente entusiasmanti se ne sono contate poche, nonostante l’alto possesso palla che però non assegna punti, vittorie e godimento per il gioco espresso. Chiaramente siccome c’è stato un invito da parte dell’allenatore a mantenere un ambiente unito, compatto e sereno, a fronte dei tanti infortuni (la cui natura va additata – a questo punto – al fato e non ad altre supposizioni), della crescita (termine già sentito ai tempi del primo Mazzarri) necessaria per far progredire società, medici e fisioterapisti, con l’obiettivo di non farsi prendere in giro da chi tende ad esacerbare gli animi per qualche risultato non roboante, stavolta mi limito a fare esclusivamente un plauso al tecnico per il primato in classifica in Serie A e per la posizione in Champions, che mantiene il Napoli in zona spareggi per accedere agli Ottavi. Inutile provare a fare qualsiasi altro tipo di ragionamento (o critica), che potrebbe essere frainteso o male interpretato. Senza voler mancare di rispetto a nessuno è giusto ricordare però che il Napoli, in lotta nelle zone alte della classifica, ha sempre dato fastidio: e sempre per onestà intellettuale va sottolineato che ce ne siamo accorti da prima dell’arrivo di Conte, come pure è vero che un pò di abitudine ad assistere ad impegni ravvicinati, tra campionato e Champions, ogni tre giorni, ci era già successo con Mazzarri, Benitez, Sarri, Ancelotti, Gattuso e Spalletti. Il quarto scudetto ha avuto un sapore speciale, come del resto anche il terzo per non parlare dei tricolori di maradoniana memoria. Il secondo anno di Conte in azzurro va associato dunque al concetto di “stagione difficile”, come richiesto proprio dal mister. Non sarà un’annata per fegati deboli. Personalmente, contro un Eintracht così bloccato, avrei dato spazio a Neres al posto di Politano (apparso ancora una volta sulle gambe). Bene Milinkovic-Savic, Gutierrez ed Elmas. Si è rivisto Lobotka. Poco lucido McTominay. Hojlund in rodaggio. Anguissa solito combattente. Di Lorenzo, Rrahmani e Buongiorno concentrati contro le sporadiche azioni di Brown. Appunti sparsi, forse un po’ confusi, per certi versi svogliati come la poca capacità della squadra di trovare la via del gol. Nel post partita ho apprezzato molto l’approccio dell’allenatore dell’Eintracht, Dino Toppmoller, che al termine della conferenza, in un clima da vera squadra, si è intrattenuto per confrontarsi ulteriormente con i giornalisti al seguito, sotto l’occhio vigile e benevolo del proprio ufficio stampa. Non è stato un voler fare comunella, ma lanciare un messaggio distensivo dopo un periodo non agevole. Catenaccio o non catenaccio, bisogna trovare il modo di spezzare questa tendenza. Se le squadre avversarie si chiudono, il gol (in un modo o nell’altro) deve arrivare. Altrimenti in tasca restano solo le ambizioni dato che le contendenti non resteranno a guardare a lungo. La soluzione va certamente trovata all’interno dello spogliatoio, senza alibi, seppur dopo aver sottolineato la quantità industriale di infortuni che stanno condizionando il percorso stagionale. Non può essere però il clima esterno a condizionare un gol mancato. Si riparta con il piede giusto, sin da Bologna. Poi la sosta porterà consiglio e – si spera – qualche recupero con conseguente sorriso.

Antonio Petrazzuolo
Napoli Magazine

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L’OPINIONE – Schwoch: “Napoli, con il 4-3-3 Hojlund può sfruttare le sue qualità”

Stefan Schwoch, ex calciatore e talent Dazn, ha parlato a Kiss Kiss Napoli nel corso di Radio Goal: “Mi auguro che il Napoli rimanga con il 4-3-3, così Hojlund può sfruttare le sue qualità, magari per mandare in porta i compagni. Certo ci sono delle assenze importanti, non tutti possono avere la qualità dei passaggi di De Bruyne. Quando tu fai una partita come quella di ieri vuol dire che qualcosa non ha funzionato, la manovra era lenta e bisognava fare qualcosa in più in fase offensiva”.

IL COMMENTO – Incocciati: “Napoli meno reattivo del solito, ma giocando ogni tre giorni è chiaro che le energie possono venire meno”

Beppe Incocciati, ex calciatore, ha parlato a Kiss Kiss Napoli nel corso di Radio Goal: “Giocando ogni tre giorni è chiaro che le energie possono venire a mancare, le prestazioni di un’atleta sono determinate anche dai recuperi. Ieri è stato un Napoli meno reattivo del solito, poi se gli attaccanti non sono in giornata i gol non li fai. Sono uno dei tanti che ha vissuto un’epoca dove i giocatori venivano in Italia nella maggiore fase di crescita, sono cambiate tante cose e bisogna accontentarsi: siamo diventati, per necessità, quelli che sono bravi a fare solo i cross, non c’è abilità per saltare l’uomo. Se la fantasia viene meno si fa fatica a portare il risultato a casa”.

L’OPINIONE – Di Fusco: “Non vedo il vero Napoli, ma è primo in classifica e ha la possibilità ancora di qualificarsi in Champions”

A Radio Napoli Centrale, nel corso di “Un calcio alla radio”, è intervenuto Raffaele Di Fusco, ex portiere: “In Champions ora è tutto molto più difficile, ma se il Napoli gioca da Napoli è tutto possibile. Il problema è che non vedo il vero Napoli. Troppi giocatori sono stanchi e non stanno rendendo come dovrebbero. A questo punto della stagione mi aspetterei più brillantezza. Quando si è stanchi il margine di errore si alza tantissimo. Penso agli errori di McTominay. Peccato perché l’Eintracht è una squadra sicuramente alla portata, e non basta dire che si sono chiusi a catenaccio. Lang non ha fatto male, ma gli altri non riuscivano a superare l’avversario nell’uno contro uno. Hojlund ieri non c’era, e nemmeno McTominay. Di Lorenzo e Anguissa non hanno sostituti naturali. Nonostante ciò il Napoli è primo in classifica e ha la possibilità ancora di qualificarsi in Champions”.

L’EX – Frustalupi: “Hamsik, Lavezzi e Cavani hanno fatto le nostre fortune, la finale vinta contro la Juventus è la mia partita della vita”

A StileTv, nel corso della trasmissione “Salite sulla Giostra”, è intervenuto Nicolò Frustalupi, ex viceallenatore del Napoli: “Cavani, Lavezzi ed Hamsik oggi giocherebbero in gran parte delle squadre d’Europa. Hanno fatto le nostre fortune, così come delle squadre in cui sono andati dopo. Sono stati dei campioni. Il nostro Napoli era formato da ragazzi che non avevano mai giocato la Champions e vi si approcciavano per la prima volta, così come noi dello staff. Il Napoli di adesso ha vinto due scudetti e ha partecipato alle coppe per 15 anni, quindi è più consapevole delle sue forze. Ci sono giocatori abituati a giocare ad alti livelli, noi avevamo ottimi calciatori ma oggi il Napoli è cresciuto tantissimo. Noi all’epoca eravamo alla prima esperienza in Champions e i ragazzi già entrando in campo realizzavano il sogno di una carriera. Riuscimmo a passare un girone difficilissimo, eravamo in quarta fascia con Bayern, City e Villareal. I ragazzi furono in grado di eliminare il Manchester City, poi in campionato abbiamo perso qualche punto proprio per via di questo grande sforzo che dedicammo alla Champions. Oggi non è facile giocare ogni 3 giorni, e lo ha dimostrato l’Inter l’anno scorso: arrivando in finale di Champions, ne ha risentito in campionato. La mia partita della vita? Vincere un trofeo è sempre bellissimo, quindi scelgo la finale di Coppa Italia 2012 vinta contro la Juve di Conte che quell’anno non aveva perso una singola partita. Fu una soddisfazione enorme quella di trovare i tifosi ad accoglierci alla stazione in piena notte. Comunque, anche tutte le sfide di Champions furono particolarmente emozionanti. L’anno scorso il campionato è stato bellissimo, Il Napoli in questa stagione è favorito, ha mantenuto la guida tecnica e ha fatto un mercato estivo importante. Non a caso, è primo in classifica. L’Inter è la squadra più attrezzata per insidiarli, mentre il Milan può usufruire dello stesso vantaggio del Napoli dell’anno scorso, cioè non giocare le coppe. Tutti vogliono giocare in Europa, ma per il campionato può rappresentare uno svantaggio. E non dimentichiamo Roma e Juventus. Kvara e Osimhen? Ci sono delle somiglianze con i tre tenori, sia per il ruolo che per l’interpretazione. Noi li abbiamo vissuti per 3 mesi, inoltre Osimhen era infortunato e poi è andato in Coppa d’Africa. Quando è tornato, noi non c’eravamo più. Kvara lo abbiamo avuto a disposizione un po’ di più, è un grande calciatore come lo era Lavezzi, forse con un pizzico di capacità realizzativa in più. La differenza tra Osimhen e Cavani? Edi era un bomber di razza, quando tirava in porta c’era molta probabilità che facesse gol. Nel 2023/2024 siamo riusciti ad ottenere la qualificazione nonostante le sconfitte con il Real, poi la Supercoppa resta un grande rimpianto perché, dopo aver vinto la semifinale contro la Fiorentina, la finale è stata equilibrata fino all’espulsione e potevamo giocarcela fino alla fine. Purtroppo è stata decisa da una doppia ammonizione forse troppo frettolosa. La Supercoppa del 2012 invece fu proprio rubata, lasciamo perdere”.