Una simile misura contribuisce significativamente all'espansione del mercato nero, creando un terreno fertile per coloro che non rispettano le leggi e rappresenta, in tutta evidenza, un passo indietro nella lotta contro ogni forma di criminalità, sia essa comune o di stampo mafioso. La correlazione tra facilitazione dell'uso di strumenti opachi e crescita delle attività illecite è documentata da numerosi studi economici: ad esempio, ricerche sul rapporto tra disponibilità di transazioni non tracciabili e incremento di reati economici mostrano come anche piccoli tagli di denaro contante possano alimentare circuiti di riciclaggio diffusi e difficili da contrastare.

Questo provvedimento si configurerebbe inoltre come un elemento che agevolerà dinamiche di riciclaggio di denaro soprattutto di piccolo taglio, aprendo la strada a operazioni finanziarie illecite che sfuggono completamente alla tassazione. Operazioni come il frazionamento di pagamenti, l'utilizzo di conti informali o di prestanome e l'impiego di contanti in settori ad alta intensità di transazioni (ristorazione, edilizia, servizi) diventano più semplici da mettere in atto in assenza di regole più stringenti e di adeguati sistemi di tracciamento. L'evasione fiscale e la corruzione, oltre a sottrarre preziose risorse economiche allo Stato, incidono direttamente sulla capacità di investimento in settori fondamentali come il welfare, generando lacune che sono spesso colmate dalle attività della criminalità organizzata, la quale si propone di offrire servizi illegali e alternativi ai cittadini.

Un esempio concreto è la sostituzione di servizi pubblici carenti con offerte illegali: la criminalità può finanziare reti clientelari che forniscono lavori, prestiti o sicurezza privata in aree dove lo Stato non è efficacemente presente. Le perdite fiscali stimate a livello nazionale e internazionale forniscono indicatori chiari: percentuali significative di PIL sottratte all'erario riducono la capacità di spesa pubblica per sanità, istruzione e infrastrutture, aggravando le disuguaglianze sociali e favorendo un circolo vizioso di illegalità.

Di fronte a uno scenario così complesso, diventa imprescindibile adottare strategie orientate alla piena trasparenza dei movimenti finanziari, investire risorse nella digitalizzazione e rafforzare i controlli su scala capillare per prevenire qualsiasi forma di occultamento di redditi, transazioni o flussi di capitali illeciti. La digitalizzazione dei pagamenti, l'adozione di sistemi di reporting automatizzato tra istituti finanziari e autorità fiscali, nonché l'ampliamento degli obblighi di due diligence per operatori economici e professionisti rappresentano misure concrete e praticabili.

Studi comparativi tra Paesi che hanno introdotto limiti all'uso del contante mostrano una riduzione delle frodi e dell'economia sommersa quando tali misure sono accompagnate da infrastrutture digitali sicure e da campagne di educazione finanziaria rivolte a cittadini e imprese. Un intervento che favorisca meccanismi opachi e scorciatoie rischiose non può in alcun modo essere ritenuto vantaggioso per una società che punta a consolidare un sistema economico giusto ed equilibrato.

È necessario considerare anche le contromisure: il rafforzamento degli strumenti di controllo e sanzione, la cooperazione internazionale per il contrasto dei flussi transfrontalieri illeciti e il miglioramento della governance nelle amministrazioni pubbliche riducono gli spazi di impunità. Tali situazioni devono essere affrontate con soluzioni tecniche che garantiscano trasparenza e tracciabilità senza compromettere i diritti fondamentali, ad esempio attraverso la crittografia regolamentata e protocolli di accesso ai dati soggetti a garanzie giudiziarie.

Pertanto, il focus principale dovrebbe essere indirizzato verso la progressiva riduzione dell'uso del denaro contante, promuovendo strumenti alternativi che garantiscano maggiore trasparenza e tracciabilità delle operazioni finanziarie. Tali strumenti comprendono pagamenti elettronici accessibili e a basso costo o gratuiti, sistemi di fatturazione elettronica obbligatoria, incentivi fiscali per transazioni tracciate e programmi di formazione per le piccole imprese che spesso operano in modalità informali. In conclusione, una strategia integrata che combini regolamentazione più severa, tecnologie digitali avanzate, cooperazione istituzionale e misure di tutela dei diritti costituisce la risposta più efficace per limitare il mercato nero, proteggere le risorse pubbliche e promuovere un'economia più equa e sostenibile.

 

Chi è Vincenzo Musacchio: Giurista, criminologo, docente di strategie di contrasto alla criminalità organizzata, associato al RIACS di Newark. È noto per il suo impegno nella lotta alle mafie e per la sua attività di formazione in ambiti riguardanti la cultura della legalità. Ha insegnato in diverse università italiane e presso l'Alta Scuola di Formazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri in Roma. Attualmente tiene corsi negli Stati Uniti, insegnando tecniche d’indagine antimafia a membri delle forze di polizia, inclusa la Polizia Metropolitana di New York. È ricercatore indipendente e membro ordinario dell'Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute (RUSI) di Londra. È stato allievo di Giuliano Vassalli e ha collaborato con Antonino Caponnetto. Concentra i suoi studi sulla criminologia delle organizzazioni mafiose e sul narcotraffico internazionale. È artefice di programmi educativi, come il progetto "Legalità Bene Comune" nelle scuole di ogni ordine e grado. Interviene regolarmente in trasmissioni televisive della RAI a livello nazionale come “Presa Diretta”, “Newsroom” e “Report” e su altre testate nazionali e locali per commentare vicende di mafia e criminalità. Ha scritto numerosi libri e articoli su temi di diritto penale e criminologia. Nel 2019 a Casal di Principe gli è stata conferita la Menzione Speciale al Premio Nazionale "don Giuseppe Diana" dai familiari del sacerdote assassinato dalla camorra. Il 27 dicembre 2022 il Presidente della Repubblica gli ha conferito l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Il suo lavoro contro le mafie gli ha causato minacce di morte, che non hanno comunque interrotto la sua attività antimafia.