Roma sta per vivere uno di quei momenti che, piaccia o no, entreranno nella storia cittadina: l’8 dicembre apriranno le stazioni Colosseo e Porta Metronia della Metro C. Non saranno semplici fermate, ma stazioni-museo, con reperti archeologici esposti direttamente lungo i percorsi dei passeggeri.

Sì, avremo finalmente una fermata della metro dentro l’archeologia.

Fin qui tutto bellissimo. Ma c’è un dettaglio che molti preferirebbero dimenticare: ci siamo arrivati dopo anni di ritardi, lavori infiniti e collaudi che sono diventati un meme romano. Prima le gallerie, poi la burocrazia, poi i test, poi ancora test. E nel frattempo, noi utenti sulle navette sostitutive dopo le 21.00, a chiederci se un giorno avremmo visto il Colosseo anche da sottoterra.

In questo post provo a mettere ordine: cosa aprirà davvero, perché è importante, perché siamo arrivati in ritardo (ma non solo noi) e cosa succede adesso.

 
Cosa troveremo nelle nuove stazioni
Colosseo: 20 metri sotto via dei Fori Imperiali, ci saranno vetrine espositive e pannelli che raccontano gli scavi. Sarà anche il punto di interscambio diretto con la Metro B, finalmente senza passare per Termini.
Porta Metronia: qui è emerso un intero pezzo di caserma romana del II secolo d.C., compresa la “Domus del Comandante”. I reperti sono stati ricollocati esattamente dove erano. Una fermata che diventa sito archeologico visitabile.
Questa volta non potremo dire che “tutte le stazioni sono uguali”.

 
Ma perché ci è voluto così tanto?
Perché la Metro C è automatica. E le metropolitane automatiche, a differenza di quelle tradizionali, hanno sistemi di controllo, software, sensori, porte di banchina e protocolli di sicurezza molto più complessi.

Ogni aggiornamento va testato in condizioni reali, più e più volte. A Parigi, Singapore, Sydney succede la stessa cosa: non è un problema solo romano, per una volta.

Il vero errore? Non spiegare chiaramente ai cittadini perché tutte queste chiusure serali erano necessarie. La pazienza si può chiedere, ma va motivata.

 
E ora?
L’apertura dell’8 dicembre è un grande passo avanti, ma non è il traguardo. La Metro C dovrà arrivare almeno fino a piazzale Clodio e Farnesina per diventare davvero utile a tutta la città.

Nel frattempo, Colosseo diventerà il nuovo snodo tra la linea C e la linea B. Questo, molto più dei reperti, cambierà le abitudini di chi si sposta tutti i giorni.

 
Se ti interessa seguire l’evoluzione della Metro C — senza toni trionfalistici, ma con i piedi per terra — ti invito a seguire Odissea Quotidiana, il mio blog dedicato al trasporto pubblico romano.

👉 https://www.odisseaquotidiana.com

Lì continuo a raccontare quanto Roma cambia… e quanto ancora deve cambiare.