Amazon è pronta a tagliare migliaia di posti di lavoro aziendali a partire dal 28 ottobre.  Secondo quanto riportato da CNBC e Reuters , citando fonti anonime, gli imminenti licenziamenti aziendali rappresentano la più grande riduzione di posti di lavoro nella storia dell'azienda .

Amazon, azienda multinazionale statunitense di commercio elettronico con sede principale a Seattle, rappresenta uno dei simboli più emblematici dell’innovazione tecnologica e commerciale del XXI secolo.
Fondata il 5 luglio 1994 da Jeff Bezos con il nome di Cadabra.com, Amazon ha rivoluzionato il modo di fare acquisti, passando da una semplice libreria online a un gigante globale che opera in moltissimi settori, tra cui l’elettronica, l’intrattenimento, i servizi cloud e l’intelligenza artificiale.

La crescita esponenziale si è poi manifestata nel 2020, durante la pandemia di COVID-19, quando le azioni di Amazon hanno toccato il record di 2.474 dollari, riflettendo l’importanza strategica dell’e-commerce in tempi di crisi globale.

Oltre alla vendita di prodotti, Amazon ha sviluppato una serie di servizi e piattaforme che ne hanno ampliato la portata e l’influenza. Tra queste, spiccano Alexa, il sistema di intelligenza artificiale per la domotica, IMDb, Twitch, ComiXology e Goodreads. La sua presenza nel mercato del cloud computing, tramite Amazon Web Services (AWS), ha rappresentato un altro pilastro del suo successo, contribuendo significativamente ai ricavi aziendali.

Negli ultimi anni, però, Amazon si è trovata a dover affrontare diverse sfide, tra cui la necessità di ridurre i costi in un contesto di crescente complessità economica.
A partire da ottobre 2023, sono stati annunciati licenziamenti di vaste proporzioni, con stime che parlano di circa 30.000 dipendenti potenzialmente coinvolti, ovvero quasi il 10% della forza lavoro complessiva.
Questi licenziamenti rappresentano la più grande riduzione di personale nella storia dell’azienda e si inseriscono in un piano strategico di contenimento dei costi messo in atto dal CEO Andy Jassy.

Le ragioni di tali misure sono molteplici. Da un lato, l’azienda sta cercando di adattarsi ai mutamenti del mercato e alla crescente automazione, che potrebbe rendere superflui alcuni ruoli tradizionali. Dall’altro, la spinta verso l’intelligenza artificiale e l’automazione robotica avrebbe il potenziale di evitare fino a 600.000 nuove assunzioni, secondo quanto riportato dal New York Times.
Questo indica una strategia volta a ottimizzare le risorse, riducendo l’organico in settori meno strategici e puntando sull’innovazione tecnologica.

Le implicazioni di queste scelte sono molteplici.
Da un lato, si evidenzia la volontà di Amazon di rimanere competitiva in un mercato sempre più automatizzato e orientato all’efficienza; dall’altro, si sollevano interrogativi sulla sostenibilità sociale di tali riduzioni di personale e sulla capacità dell’azienda di mantenere un equilibrio tra innovazione e responsabilità sociale.

Nel corso della sua storia, Amazon ha avuto un impatto profondo sulla società e sui modelli di consumo. La sua capacità di innovare, tuttavia,  comporta anche sfide etiche e sociali, come la precarizzazione del lavoro e le tensioni sul fronte delle condizioni occupazionali.

La sfida per Amazon sarà quella di coniugare crescita e sostenibilità, mantenendo il suo ruolo di pioniere dell’innovazione senza perdere di vista gli aspetti etici e sociali fondamentali per una società equa e prospera.

Recentemente, Amazon è stata anche coinvolta in diverse controversie.

Nel settembre 2025, Amazon e i suoi dirigenti hanno concordato un accordo da 2,5 miliardi di dollari con la FTC per aver ingannevolmente iscritto milioni di clienti a Prime.

Nell'ottobre 2025, le accuse verso Bezos che avrebbe acquisito il Washington Post per influenzare la politica e i media. O quelle relative per la donazione alla controversa sala da ballo della Casa Bianca durante l’amministrazione Trump

Attualmente, le prime cinque BigTech – Nvidia, Microsoft, Apple, Alphabet e Amazon – hanno raggiunto un valore di mercato superiore al PIL dell’area euro, come evidenziato da diversi analisti (Bloomberg, 2023).

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