A luglio scorso, la National Library of Medicine USA ha pubblicato un accurato studio sulla prevalenza tra gli adulti palestinesi  e sulle correlazioni con ansia, depressione e altri sintomi post traumatici, a Gaza dopo un anno di guerra.
Erano i giorni in cui nasceva la Global Sumud Flotilla, sarebbe stato doveroso parlarne, ma non è accaduto e non accade oggi che fa notizia  lo shock post traumatico dei soldati israeliani.

Ad aprire il vaso di Pandora sul PTSD in Medio Oriente, è stato Tuly Flint, uno psicoterapeuta ed ex comandante di reggimento dell’IDF, in servizio attivo tra il 1985 e il 2024, che dal 2012 si occupa di salute mentale. Intervistato da Fanpage, ha descritto un aumento senza precedenti dei soldati che si rifiutano di combattere o di partecipare alle operazioni a Gaza, con circa 600 rifiuti aperti e decine di migliaia di rifiuti silenziosi.

Le testimonianze dei soldati, sempre più inquietanti, rivelano azioni illegali e morali che vanno contro i loro valori, causando un aumento di PTSD (Post Traumatic Shock Disease) e di traumi morali, con molti che si chiedono “come ho potuto farlo?”
Flint spiega che i traumi non riguardano il senso di colpa verso i palestinesi, ma la perdita di identità e di umanità, e racconta di un sistema militare che induce all’obbedienza anche quando si commettono crimini di guerra.
Inoltre, Flint afferma che il numero di soldati israeliani che si suicidano è in aumento, anche se le autorità nascondono i dati esatti,  ed evidenzia la crescente violenza domestica tra i soldati, frutto dello stress post-bellico. 

Una realtà nascosta e dolorosa che l’esercito preferisce non affrontare pubblicamente, per ora, ma che produrrà per anni frutti avvelenati (come avvenne per il Vietnam o l'Iraq) sia in termini di trauma collettivo sia per senso di colpa tra i militari o verso di loro. 
Per ovvi motivi di segretezza, non è dato sapere con esattezza quante migliaia di soldati israeliani sono stati coinvolti nell'offensiva, ma i pochi dati confermerebbero l'impiego a rotazione di  circa 170.000 effettivi attivi e l'impiego di  circa 130.000 riservisti richiamati in servizio attivo.
Potrebbero essere addirittura 300mila i soldati israeliani coinvolti in azioni immorali a Gaza, un numero enorme: secondo i dati a lungo termine sui reduci del Vietnam, dell'Iraq e dell'Afganistan, tra il 20% e il 30% hanno sofferto di PTSD a un certo punto della loro vita.

Tutto questo sta facendo scalpore, come fosse la "cartina al tornasole" che fornisce il patent della "brutalità", ma continuiamo a non chiederci che effetto fa il PTSD dal lato palestinese.
Ad esempio, non esistono dati o altre informazioni riguardo lo shock post traumatico delle migliaia di miliziani di Hamas, che assalirono, brutalizzarono e uccisero persone indifese, il 7 ottobre 2023.
Anzi, non sembra neanche che ci sia posti il problema ... né per cristiana compassione verso di loro né perché nelle zone di guerra il trauma e le difficoltà psicosociali dei genitori vengono "tramandati " alle generazioni future.

Quello che sappiamo, però, è che, in termini di shock post traumatico, le percentuali di PSTD dell'intera popolazione della Striscia di Gaza erano già altissime prima del conflitto in corso.
Un report di Euro-Med Human Rights Monitor del 2021, cioè prima dell'attuale conflitto, ha riportato che il 91% dei bambini di Gaza soffriva di qualche forma di trauma legato al conflitto.
Un'analisi della World Health Organization (WHO), pubblicata nel 2025 da PubMed Central,   ha riportato che a Gaza il 40% degli adulti mostrava sintomi di PTSD, mentre una ricerca certificava che il 63,4% dei giovani adulti (18-24 anni) sfollati presentava sintomi di PTSD  nell'aprile 2025. 
Organizzazioni umanitarie e partner locali segnalano un aumento significativo dei casi di violenza familiare e di genere a Gaza dall'inizio del conflitto nell'ottobre 2023. Quasi il 40% degli episodi di violenza di genere segnalati ha riguardato minorenni, e in un terzo dei casi, bambine sotto gli 11 anni, secondo un rapporto UNFPA.

Stiamo parlando ad una popolazione che - alla data del 1º settembre 2022, secondo l'Ufficio centrale di statistica palestinese - ammontava a 2.166.269 di persone, di cui forse un terzo appartenente ad Hamas, considerando non solo le Brigate Izz ad-Din al-Qassam ed il loro entourage, ma anche gli affiliati (militari e politici) e le loro famiglie.
In altre parole, se Israele pagherà il suo tributo di esistenze infelici sull'altare del PTSD e della "vocazione bellica" del suo governo, per i palestinesi di Gaza il futuro è molto più fosco.
Il PTSD ha un impatto invalidante e profondo sul funzionamento sociale, emotivo e professionale della persona.
I problemi di concentrazione, l'insonnia e l'ansia possono compromettere gravemente le prestazioni lavorative o scolastiche. L'irritabilità, la rabbia,  la mancanza di fiducia  e il distacco emotivo danneggiano le relazioni. Il PTSD è spesso associato ad altri problemi di salute mentale, come depressione maggiore, ansia e abuso di sostanze.

Soprattutto è noto che in contesti come zone di guerra, i traumi collettivi vengono tramandati alle generazioni future, creando un ciclo perpetuo di disagio, sofferenza, rabbia, rancore, violenza e odio. 
Ad esempio, in Palestina, dove questo PTSD di massa dura da quasi 80 anni, e dove ad essere tramandato non è solo il trauma della guerra o dello sfollamento o dell'occupazione, ma anche il disturbo post-traumatico che non trova requie o guarigione se non arriva prima una pacificazione e una normalizzazione.
Un PTSD che - dunque - si tramanda di generazione in generazione, in particolare nella Striscia di Gaza, che - a differenza della Cisgiordania - non ha mai trovato una parvenza di "normalità".
Infatti, nel giugno 2007, dopo il ritiro delle forze israeliane occupanti previsto dagli accordi di pace, Hamas  prese il controllo militare dell'enclave di Gaza, espulse l'OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) che aveva promosso gli accordi con Israele ed avviò una campagna permanente contro Israele, arrivata fino a giorni nostri.
Sarà per questo che continuiamo ad ignorare che la popolazione di Gaza soffre in massa di PTSD?