La stagione influenzale 2025-2026 parte in anticipo di un mese e introduce subito uno scenario complesso. L’Organizzazione Mondiale della Sanità segnala un’Europa a velocità diverse, con Paesi già in crescita netta dei casi e altri ancora ai blocchi di partenza. Il problema vero, però, non è solo l’influenza: la co-circolazione di Sars-CoV-2, RSV e altri virus respiratori sta innalzando il rischio complessivo, soprattutto con l’arrivo dell’inverno.
Sorveglianza epidemiologica: positività al 17%, picco atteso a fine anno
Grazie alla rete globale GISRS, che include oltre 170 laboratori, la sorveglianza congiunta su influenza, Covid e RSV è ormai continua. Con l’intensificazione della raccolta dati da ottobre, a metà novembre il tasso di positività ai test ha toccato il 17%.
Il trend ricalca quanto visto nel 2022-2023 e lascia prevedere un picco intorno al 50% tra fine dicembre e l’inizio di gennaio.
Secondo James Fielding dell’OMS/Europa, il monitoraggio costante della circolazione virale resta uno strumento fondamentale per dare tempo ai sistemi sanitari di attrezzarsi e rispondere con rapidità.
Virus influenzali in evoluzione: nuove varianti ma nessuna evidenza di malattia più grave
Il virus dell’influenza continua a cambiare. Nel giugno 2025 è emerso un nuovo ceppo H3N2 con sette mutazioni e una variante aggiornata di H1N1. Non ci sono indicazioni che provochino forme più severe, ma l’evoluzione incessante del virus rende indispensabile l’aggiornamento periodico dei vaccini.
Il comitato OMS che decide la composizione vaccinale si riunisce due volte l’anno: febbraio per l’emisfero nord, settembre per quello sud. Nonostante la naturale distanza tra raccomandazioni e stagione influenzale, il consiglio rimane netto: vaccinarsi riduce il rischio di malattia e, soprattutto, di complicanze serie.
Marc-Alain Widdowson, a capo dell’Unità minacce pandemiche dell’OMS/Europa, sottolinea che anche in caso di differenze tra ceppi vaccinali e virus circolanti, la protezione contro ricoveri e mortalità resta significativa.
Non solo influenza: vaccini anche contro Covid-19 e RSV
La protezione vaccinale contro Covid-19 continua a essere cruciale. Secondo un’analisi OMS/Europa, tra dicembre 2020 e marzo 2023 le vaccinazioni hanno evitato 1,6 milioni di decessi nel continente.
In diversi Paesi europei sono ora disponibili vaccini RSV per gli anziani, e chi rientra nelle categorie eleggibili farebbe bene a sfruttare questa possibilità.
Chi rischia di più: le categorie prioritarie
Le fasce più vulnerabili rimangono le stesse, e la necessità di proteggerle non è mai venuta meno:
- persone anziane;
- donne in gravidanza;
- chi convive con malattie croniche;
- immunodepressi;
- neonati e bambini piccoli, soprattutto per quanto riguarda RSV;
- operatori sanitari, per il loro ruolo e l’esposizione costante.
Le raccomandazioni OMS: misure semplici, impatto concreto
Le lezioni lasciate dalla pandemia non sono da archiviare. L’OMS ribadisce alcune azioni basilari ma decisive:
- vaccinarsi contro influenza, Covid-19 e RSV quando previsto;
- restare a casa in caso di sintomi;
- lavarsi spesso le mani;
- coprirsi quando si tossisce o starnutisce;
- aerare gli ambienti;
- indossare la mascherina se si hanno sintomi respiratori.
Sono misure che richiedono poco, ma che possono fare la differenza nei mesi più duri per ospedali e ambulatori.


