Così  il criminologo Vincenzo Musacchio ai microfoni della tv svizzera RSI.

Esprimo la massima vicinanza e solidarietà a don Maurizio (che conosco personalmente e con cui ho condiviso anni fa un premio alla legalità) dopo il grave gesto intimidatorio di cui è stato vittima.

Evidenzio nello stesso tempo come questa tipologia di avvertimenti spesso sia indicativa di clan che vogliono affermare la loro egemonia e creare un clima di terrore che scoraggi la resistenza nel loro territorio di  pertinenza. Il proiettile consegnato a don Patriciello non indica che criminalità locale stia perdendo terreno ma al contrario che voglia dominare quel territorio con l’intimidazione e la violenza.

È un messaggio esplicito ai cittadini. Non è un caso che a consegnare il bossolo a viso aperto e in pubblico sia un uomo, suocero del boss detenuto in carcere Domenico Ciccarelli, già noto alle forze dell'ordine, già fermato in precedenza dalla scorta del sacerdote e da una pattuglia di Carabinieri. È un gesto eseguito su commissione e ben determinato. Il messaggio a mio parere è chiaro: qui comandiamo ancora noi.