In un panorama globale in cui l’innovazione richiede sempre più dialogo, visione condivisa e sinergia tra istituzioni di alto profilo, la Fondazione Olivetti Tecnologia e Ricerca e la Levi-Montalcini Foundation compiono un passo che assume un valore emblematico per il sistema della ricerca italiana. La nomina incrociata dell’Ing. Piera Levi-Montalcini nel Comitato Tecnico Scientifico ed Etico della Fondazione Olivetti Tecnologia e Ricerca e di Massimiliano Nicolini nel Comitato Tecnico Scientifico della Levi-Montalcini Foundation non costituisce soltanto un atto formale, ma un segnale chiaro e maturo di cooperazione strutturata, orientata al futuro e fondata su un comune senso di responsabilità verso il Paese.

Una visione condivisa per l’Italia che innova
La convergenza tra le due Fondazioni nasce da una lettura lucida del ruolo che scienza e tecnologia sono chiamate a svolgere nella società contemporanea. L’innovazione non è più solo un ambito di sperimentazione tecnica: è un ecosistema che richiede equilibrio etico, progettualità educativa, capacità di anticipare i bisogni sociali e abilità di tradurre la ricerca in opportunità concrete per le nuove generazioni.

È in questo contesto che si colloca la decisione dell’Olivetti Tecnologia e Ricerca di accogliere l’Ing. Piera Levi-Montalcini nel proprio CTSE. La sua storia personale, profondamente radicata nell’eredità culturale e scientifica della famiglia Levi-Montalcini, e il suo impegno nell’innovazione tecnologica e nella divulgazione, rappresentano un contributo prezioso per orientare con maggiore forza i programmi di ricerca avanzata della Fondazione. La sua presenza non solo accresce l’autorevolezza dell’organo tecnico-scientifico, ma imprime un impulso verso una ricerca capace di tenere insieme progresso tecnologico, responsabilità e centralità della persona.

Parallelamente, la Levi-Montalcini Foundation ha scelto di includere Massimiliano Nicolini nel proprio Comitato Tecnico Scientifico, riconoscendo la portata delle sue ricerche nell’ambito della bioinformatica, dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie BRIA (Bioinformatica, Realtà Immersiva, Intelligenza Artificiale). Il suo contributo è già da anni parte di un movimento culturale che unisce ricerca scientifica, visione umanistica e impegno nella formazione. La sua presenza nel CTS della Foundation rappresenta un ponte verso nuove forme di integrazione tra scienza dei dati, tecnologie emergenti e applicazioni sociali di grande impatto.

Una cooperazione che guarda lontano
La reciprocità delle nomine assume un significato che supera la semplice rappresentanza istituzionale. È la testimonianza di un modello di cooperazione in cui due Fondazioni, pur autonome nella loro identità, scelgono consapevolmente di condividere esperienze, metodi e traiettorie di sviluppo.

Il programma comune che prenderà forma nelle prossime settimane e nei prossimi mesi prevede:

progetti congiunti di ricerca nei campi della bioinformatica, dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie immersive;
scambi tra comitati scientifici, con la creazione di tavoli permanenti dedicati alle grandi sfide dell’innovazione responsabile;
programmi educativi e di formazione avanzata dedicati ai giovani talenti italiani, sostenuti da un approccio etico e umanocentrico allo sviluppo tecnologico;
iniziative culturali e divulgative destinate a rafforzare il rapporto tra scienza, società e istituzioni, in continuità con la tradizione Olivettiana e Montalciniana.
Questa cooperazione assume dunque un ruolo strategico: rafforza il tessuto nazionale della ricerca e stimola la nascita di un nuovo ecosistema capace di competere e dialogare con i più avanzati centri internazionali.

L’eredità di due grandi visioni: Adriano Olivetti e Rita Levi-Montalcini
Adriano Olivetti e Rita Levi-Montalcini, pur appartenendo a contesti diversi, hanno incarnato una medesima idea di progresso: la tecnologia deve servire l’uomo, la conoscenza deve essere condivisa, il futuro deve essere costruito attraverso responsabilità, coraggio e cultura.

La scelta delle due Fondazioni di collaborare in maniera organica si colloca proprio nella scia di quell’eredità. È un gesto che intende riaffermare un principio fondamentale: la scienza non appartiene a un’élite, ma a una comunità; non cresce nella chiusura, ma nella collaborazione; non avanza senza che qualcuno si faccia carico del suo impatto sulla società.

Un impegno verso le nuove generazioni
L’orizzonte più concreto e più urgente verso cui si muove l’accordo è quello dei giovani. Il Paese ha bisogno di formare competenze avanzate, di generare nuovi ricercatori, di dare strumenti ai talenti che stanno crescendo nelle scuole e nelle università. Le due Fondazioni, attraverso questa alleanza, intendono offrire un percorso che non sia episodico, ma continuativo; non elitario, ma inclusivo; non teorico, ma profondamente operativo.

La nomina incrociata nei Comitati Tecnico-Scientifici diventa così una promessa: costruire un futuro nel quale l’Italia non sia spettatrice del progresso, ma protagonista, capace di guidare processi complessi, di innovare con responsabilità e di mettere al centro la dignità della persona.