Esteri

Basta menzogne: la Palestina esiste ed Israele la sta occupando illegalmente

Il ministro degli Esteri israeliano ha commentato così, su X, il riconoscimento dello Stato palestinese da parte di Francia, Regno Unito, Canada, Australia e altri Paesi che hanno annunciato la loro adesione a tale iniziativa:

"La maggior parte dei Paesi ha già riconosciuto uno "Stato palestinese" in passato. Anche in passato è stato sbagliato. Ma i governi che hanno deciso di aderire al riconoscimento ora stanno anche commettendo un atto immorale, oltraggioso e particolarmente sgradevole. I governi che hanno deciso di farlo dopo il 7 ottobre, mentre Israele è ancora impegnato in una difficile campagna militare contro Hamas e i suoi partner, saranno ricordati dal resto del mondo".

Il ministro ha poi precisato la posizione dello Stato ebraico in una nota ufficiale. Questa...

"In risposta alla dichiarazione del Regno Unito e di alcuni altri paesi in merito al riconoscimento di uno Stato palestinese: Israele respinge categoricamente la dichiarazione unilaterale di riconoscimento di uno Stato palestinese fatta dal Regno Unito e da alcuni altri paesi. Questa dichiarazione non promuove la pace, ma al contrario destabilizza ulteriormente la regione e compromette le possibilità di raggiungere una soluzione pacifica in futuro. Definita dai leader di Hamas “i frutti del massacro del 7 ottobre”, la dichiarazione non solo premia il più grande massacro di ebrei dall'Olocausto da parte di un'organizzazione terroristica che invoca e agisce per l'annientamento di Israele, ma consolida anche il sostegno di cui gode Hamas. È distruttivo separare la statualità – una delle questioni relative allo status finale – dalla pace. Questa mossa va contro ogni logica di negoziazione e di raggiungimento di un compromesso tra le due parti e allontanerà ulteriormente la pace desiderata. Inoltre, l'Autorità Nazionale Palestinese non ha rispettato nessuno dei suoi obblighi e requisiti; non ha fermato né l'incitamento, né la politica del "pagare per uccidere", né ha adottato le misure necessarie per combattere il terrorismo, come dimostrato di recente con la scoperta di razzi e missili vicino a Ramallah la scorsa settimana. L'Autorità Nazionale Palestinese è parte del problema e non della soluzione. Questo è anche il motivo per cui gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni all'Autorità Nazionale Palestinese e impedito ai suoi alti funzionari di entrare nel suo territorio. In ogni caso, Israele non accetterà alcun testo distaccato e immaginario che tenti di costringerlo ad accettare confini indifendibili. I gesti politici rivolti al pubblico nazionale danneggiano solo il Medio Oriente e non sono utili. Invece, se i Paesi che hanno firmato questa dichiarazione desiderano davvero stabilizzare la regione, dovrebbero concentrarsi sulla pressione su Hamas affinché rilasci gli ostaggi e proceda al disarmo immediato".

 
Israele, tramite il suo ministro degli Esteri, piange e urla allo scandalo perché sempre più Paesi riconoscono lo Stato di Palestina. Definisce "immorale" questo atto di giustizia storica. Ma immorale è chi bombarda i civili, chi affama un popolo sotto assedio, chi occupa con la forza terre che non gli appartengono.

Basta capovolgere la realtà: il terrorismo di Stato lo pratica Israele ogni giorno a Gaza, a Gerusalemme e in Cisgiordania, non chi resiste all'occupazione. Dire che il riconoscimento "premia Hamas" è la solita arma di propaganda: criminalizzare l'intero popolo palestinese per cancellarne i diritti. Ma i palestinesi non sono Hamas. Sono milioni di donne, uomini e bambini che da 77 anni subiscono occupazione, apartheid e massacri.

Israele parla di "negoziati" solo per guadagnare tempo e costruire nuove colonie. Non vuole la pace, vuole la terra. E lo dimostra ogni giorno, distruggendo case, rubando risorse, imprigionando senza processo. È ridicolo accusare l'Autorità Palestinese di non rispettare obblighi, quando Israele li calpesta da sempre, ignorando il diritto internazionale, decine di risoluzioni ONU.

Il riconoscimento della Palestina non è destabilizzazione: è liberazione. È togliere a Israele il monopolio della forza e della menzogna. È affermare che un popolo sotto occupazione ha diritto alla libertà, alla dignità, alla statualità.

Chi oggi riconosce la Palestina manda un messaggio chiaro: l'apartheid israeliano non sarà più legittimato. Israele teme questo, non altro. Perché senza l'alibi della "sicurezza" crolla la maschera e resta l'immagine reale: quella di un occupante coloniale che reprime un intero popolo.

La Palestina esiste. Non sarà Israele a deciderlo. Non sarà la propaganda a cancellarlo. Ogni riconoscimento è un mattone tolto al muro dell'oppressione e un passo verso la libertà.

Autore Ugo Longhi
Categoria Esteri
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