*_©Angelo Antonio Messina
La storia dell’umanità è intrinsecamente legata al bere, una pratica che ha attraversato secoli e culture, unendo popoli e tradizioni diverse. "Un ultimo giro", lo spettacolo di Maria Pilar Pérez Aspa presentato da ATIR, si propone di esplorare questo affascinante viaggio attraverso un approccio coinvolgente e interattivo, dove la narrazione si intreccia con l’esperienza sensoriale della degustazione di cocktail storici. Con una miscela di umorismo, cultura e didattica, il pubblico viene guidato in un'avventura che non solo celebra l'arte della mixologia, ma rievoca anche le storie che si celano dietro ognuno di questi drink iconici.
Il titolo stesso, "Un ultimo giro", evoca l'immagine di un bicchiere condiviso tra amici, il momento conclusivo di una serata, ma al contempo suggerisce l'inizio di un viaggio esplorativo. La scelta di un bar come ambientazione principale non è casuale; il bar è il cuore pulsante della socializzazione, un luogo dove le storie si intrecciano e dove il bere diventa un rito collettivo. Ma perché si chiama bar? Le origini del termine risalgono al latino “barra”, una struttura che separa il consumatore dal consumato. Tuttavia, nel contesto dello spettacolo, questa semplice definizione evolve in una riflessione più profonda sul significato di condivisione e convivialità.

L’attrice, con il suo carisma e la sua capacità di coinvolgere, ci guida attraverso un paesaggio ricco di curiosità storiche. Ad esempio, l’aneddoto sui Sumeri, popolazione antica che già conosceva il valore di una bevanda fermentata, getta una luce nuova sulla nostra relazione con gli alcolici. Ciò che emerge è un filo rosso che attraversa il tempo: il bere è sempre stato un modo per connettersi, per festeggiare, per consolare. Le domande retoriche sollevate all’inizio – come quella sul vermut e il suo legame con Torino – invitano il pubblico a riflettere sul patrimonio culturale delle bevande e sui miti che spesso le circondano.
La degustazione dei cinque classici della mixologia mondiale durante lo spettacolo è un momento chiave. Sorprendentemente, ogni cocktail non è solo un insieme di ingredienti, ma un racconto. Il martini cocktail, simbolo di eleganza e raffinatezza, evoca immagini di serate mondane e di citazioni celebri, come quella di Dorothy Parker, che combina ironia e verità sull’effetto del bere. La sua affermazione divina quanto fragile sia il confine tra il divertimento e la perdita di controllo.
Il daiquiri e il margarita, invece, portano il pubblico in un viaggio attraverso i tropici. Queste bevande non sono solo rinfrescanti; sono un richiamo alla convivialità, ai festeggiamenti e alle gite in spiaggia. La connessione tra i drink e le loro origini geografiche è un aspetto fondamentale dello spettacolo, evidenziando come le culture influenzino la creazione e la diffusione delle bevande.
Il negroni, nato a Firenze, racconta una storia di passione e audacia. Ogni ingrediente, dalla gin alla vermut, rappresenta una storia di scelte, di incontri e di rinnovamento. La domanda su cosa avessero in comune Hemingway e Churchill si lega a questo cocktail, poiché entrambi erano noti per i loro gusti raffinati e, in qualche modo, per il loro legame con il mondo del bere. Attraverso le storie di figure storiche e cult, il pubblico impara che i cocktail possono essere un riflesso di un’epoca, di una personalità e delle dinamiche sociali.
Il gin tonic, infine, merita una menzione speciale. Spesso relegato a una semplice miscela di gin e acqua tonica, il suo retaggio è molto più profondo. Nella narrazione di Pérez Aspa, il gin tonic è descritto come un medicinale, richiamando l'uso storico della chinina per combattere la malaria. Ma la vera essenza del gin tonic risiede nella sua versatilità e nel fatto che può essere reinterpretato in mille modi. Ogni sorso della sua freschezza diventa simbolo di un approccio contemporaneo al bere, dove il classico incontra l'innovativo.
L'aspetto interattivo del programma permette al pubblico di non essere semplici spettatori, ma partecipanti attivi. Mentre assaporano ogni cocktail, ascoltano storie, curiosità e aneddoti, scoprendo che ogni bicchiere porta con sé un pezzo di storia e una connessione con gli altri. Questo scambio crea un’atmosfera di intimità e apertura, dove le esperienze personali vengono condivise e celebrate.

Il messaggio finale di "Un ultimo giro" va oltre il mero atto di bere. Celebra la socializzazione, la creatività e l’arte di raccontare storie. In un mondo sempre più disconnesso, lo spettacolo rappresenta un richiamo alla comunità e all'importanza delle relazioni umane. Attraverso il bere, si possono costruire ponti, creare ricordi e alimentare conversazioni significative.
"Un ultimo giro" di Maria Pilar Pérez Aspa offre un'affascinante esplorazione della storia del bere, presentando un mix di cultura, emozione e connessione sociale. Ogni cocktail è un invito a riflettere sulle proprie esperienze, sulle storie di vita legate al bere e sul potere di unirci, brindando insieme a quelle piccole gioie che rendono la vita degna di essere vissuta. Dalla prima sorsata fino all'ultimo brindisi, il pubblico lascia il teatro non solo con il palato soddisfatto, ma con una nuova comprensione e un apprezzamento per la bellezza delle storie che si celano dietro ogni bicchiere.
16 novembre 2025 ore 20,00
ATIR
presenta
Maria Pilar Pérez Aspa
UN ULTIMO GIRO
‘I like to have a martini, two at the very most. After three I’m under the table, after four I’m under my host’
Dorothy Parker
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BIGLIETTI
Posto unico non numerato nel foyer del Teatro € 22,00
Per acquisto:
biglietteria del Teatro
online https://www.teatromanzoni.it/acquista-online/?event=3953463
circuito Ticketone
Teatro Manzoni
Via Manzoni 42 - 20121 Milano
Tel. 02 7636901
Fax 02 76005471
*_©Angelo Antonio Messina

