Si chiude con un successo giudiziario la vicenda che aveva visto protagonista la Trotamar III, la barca a vela dell'Ong Compass Collective. L'imbarcazione era stata posta sotto sequestro dalle autorità italiane il 25 agosto scorso a Lampedusa, con un fermo amministrativo di 15 giorni e una sanzione di 7.500 euro.
La Ong aveva denunciato pubblicamente la misura definendola ingiustificata e contraria ai diritti umani. Compass Collective aveva inoltre annunciato che non avrebbe pagato la multa e che avrebbe portato il caso in tribunale, con l'obiettivo dichiarato di creare un precedente legale contro i sequestri delle navi civili impegnate nel soccorso in mare.
Tra le richieste ribadite dall'organizzazione: nessun contatto con le autorità libiche nelle operazioni di soccorso, il riconoscimento che la Libia non sia un “luogo sicuro” per i migranti, lo stop ai finanziamenti europei alla cosiddetta Guardia costiera libica e la fine delle detenzioni nei confronti della cosiddetta Flotta Civile.
Ieri, la svolta: il tribunale di Agrigento ha accolto il ricorso presentato dai legali della Ong, dichiarando illegittimo il sequestro e sospendendo la multa. La nave è quindi tornata immediatamente operativa.
Si tratta di una decisione emessa con procedura d'urgenza: i giudici dovranno comunque pronunciarsi in via definitiva nel prosieguo del procedimento. Ma Compass Collective ha già parlato di “vittoria importante”, resa possibile anche grazie al sostegno economico dei donatori che hanno coperto le spese legali.
La Ong ha annunciato che continuerà la battaglia legale, convinta che il caso della Trotamar III possa segnare un punto di svolta contro le detenzioni delle navi umanitarie nel Mediterraneo.


