Negli ultimi mesi il nome di Grose, alias Giuliana Florio, ha dominato conversazioni sui social, piattaforme di streaming e blog musicali. Con il singolo “Gay”, la cantante ha conquistato oltre 100.000 stream su Spotify in poche settimane, diventando un fenomeno virale grazie alla sua estetica audace e alla capacità di creare hype attorno a ogni sua mossa.
Tuttavia, dietro questo successo lampo, iniziano ad emergere controversie che stanno dividendo pubblico e critica, legate soprattutto a due aspetti: l’uso dell’intelligenza artificiale nella produzione dei suoi brani e la debolezza della sua prima esibizione live.
La questione AI: arte o artificio?
Fin dal lancio di Gay, si sono moltiplicate le voci secondo cui la musica di Grose sarebbe ampiamente supportata, se non addirittura costruita, tramite intelligenza artificiale.
In particolare, i sospetti si concentrano su due elementi:
Voce e post-produzione digitale
Molti ascoltatori hanno notato una qualità estremamente “pulita” e quasi sintetica nelle sue registrazioni, portando alcuni a ipotizzare che la voce sia stata non solo ritoccata, ma in parte generata o ricreata tramite software AI.
Alcuni tecnici del settore hanno sottolineato che certe sfumature vocali presenti nei brani non sembrano compatibili con una performance umana live, soprattutto per un’artista emergente.
Composizione e testi
Sebbene Grose abbia dichiarato in interviste di scrivere le sue canzoni da anni, circolano voci secondo cui l’AI avrebbe un ruolo anche nella fase di composizione, suggerendo linee melodiche, arrangiamenti e perfino alcune scelte lessicali.
Questo solleva la domanda cruciale: quanto c’è di Grose nei brani di Grose?
Il dibattito non è solo tecnico, ma culturale: molti fan considerano l’uso dell’AI un semplice strumento creativo, mentre altri lo percepiscono come un tradimento dell’autenticità musicale.
In un momento storico in cui la trasparenza è fondamentale, il silenzio dell’artista su questi rumors alimenta ulteriormente la polemica.
Il primo live: una prova difficile
La tensione è esplosa durante il primo live ufficiale di Grose, un evento molto atteso dai fan che l’hanno seguita durante il suo percorso sui social e attraverso le hit digitali.
L’esibizione, però, non ha mantenuto le aspettative.
Performance vocale deludente
Chi era presente ha riportato una voce debole e spesso incerta, con note stonate e momenti in cui la cantante sembrava perdere il controllo del fiato.
Questa difficoltà ha rafforzato i sospetti sull’uso di AI nei brani in studio: la differenza tra le registrazioni e la voce dal vivo era talmente evidente da risultare scioccante per alcuni spettatori.
Scenografia minimal e mancanza di carisma
Se sui social Grose riesce a catturare l’attenzione con estetiche curate e contenuti visivi potenti, dal vivo la sua presenza scenica è apparsa timida e poco incisiva.
L’assenza di una scenografia d’impatto o di una band di supporto ha reso l’intero show poco coinvolgente, soprattutto considerando le aspettative create.
Reazioni del pubblico
Molti fan hanno espresso delusione sui social subito dopo l’evento, con commenti che oscillano tra l’amarezza e la rabbia:
“Adoro Grose, ma quello che ho sentito stasera non era la stessa artista che ascolto su Spotify”, scrive un utente su X.
“Se davvero nei brani usa AI, almeno dovrebbero dircelo chiaramente”, aggiunge un altro.
Il paradosso di Grose: icona digitale vs realtà live
La parabola di Grose mette in evidenza un fenomeno generazionale.
La sua carriera nasce e cresce online: prima con le dirette NPC su TikTok, in cui impersonava personaggi automatici in interazioni surreali, poi con la musica, che ha conquistato piattaforme di streaming e social network grazie a una strategia digitale impeccabile.
Ma il passaggio dal mondo digitale a quello fisico ha mostrato tutte le difficoltà di un’artista che, forse, non ha ancora la preparazione tecnica e l’esperienza per reggere un palco.
La distanza tra la Grose “costruita” online e la Grose reale è diventata evidente, sollevando interrogativi più ampi:
Il pubblico vuole ancora performance autentiche, o accetta che la musica pop sia sempre più un prodotto tecnologico?
È giusto giudicare un’artista emergente con gli stessi parametri di una star consolidata, o la sua fragilità è parte del percorso?
Prossime mosse: trasparenza o rischio caduta
Dopo il debutto live, il team di Grose non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali.
Secondo alcuni insider, la cantante starebbe già lavorando a nuove uscite musicali, ma questa volta potrebbe essere costretta a fare chiarezza sul ruolo dell’AI nella sua musica, per non alienare il suo pubblico più fedele.
Se riuscirà a trasformare questa crisi in un momento di crescita e consapevolezza, Grose potrebbe consolidare la sua posizione come una delle voci più innovative della scena contemporanea.
In caso contrario, rischia di diventare un fenomeno effimero, ricordato più per la polemica sull’AI che per la sua arte.
Grose incarna la tensione tra innovazione tecnologica e autenticità artistica.
Il successo del singolo Gay ha dimostrato il potere delle piattaforme digitali e dell’estetica social, ma il live ha ricordato a tutti che la musica, alla fine, deve saper emozionare anche dal vivo.
Il futuro di Grose dipenderà dalla sua capacità di trovare un equilibrio tra questi due mondi – e dalla volontà di mostrare al pubblico chi sia veramente, oltre gli algoritmi e le luci dello streaming.

