Il Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS o CAS) ha confermato martedì la decisione di escludere gli atleti israeliani dai Campionati Mondiali di Ginnastica Artistica, che inizieranno domenica prossima a Giacarta. La sentenza arriva dopo che l'Indonesia ha rifiutato di concedere i visti d'ingresso alla delegazione israeliana.
La Federazione israeliana di ginnastica aveva chiesto al TAS di intervenire d'urgenza, chiedendo di garantire la partecipazione della propria squadra, oppure — in alternativa — spostare o annullare l'evento. Invece, il massimo organo giudiziario sportivo mondiale ha incredibilmente e fortunatamente scelto di respingere le richieste israeliane.
Più di 500 atleti provenienti da circa 80 Paesi parteciperanno ai mondiali. Ma non gli israeliani. Non per motivi tecnici, non per doping o squalifiche, ma per pura e dovuta discriminazione politica che, si spera, possa estendersi a tutti gli sport.
Il ministro dello Sport e della gioventù indonesiano Erik Thohir (l'ex presidente dell'Inter) per tutta risposta ha rilasciato a diversi quotidiani queste dichiarazioni:
"Il governo indonesiano rimane fermo sulla decisione di rifiutare il visto ai ginnasti provenienti da Israele ed è pronto a far fronte alla decisione del TAS. Questa nostra decisione segue le linee guida dettate dal Presidente Prabowo Subianto, che ha stabilito con fermezza che non saranno aperte relazioni diplomatiche con Israele fino a che non verrà riconosciuta la sovranità e l'indipendenza della Palestina".


