I dati diffusi dalle varie associazioni che operano nei territori (cfr. per tutti Addiopizzo) mostrano un calo delle denunce relative a reati riconducibili soprattutto alle attività di organizzazioni mafiose, come il racket delle estorsioni e l’usura.
Questa tendenza rivela una difficoltà delle vittime a rivolgersi alle autorità preposte. A gravare su questa difficoltà c'è indubbiamente il peso dell'intimidazione esercitata dalle mafie, capaci di generare paura e senso di impotenza. Si sceglie, con sempre maggior frequenza, una sorta di coesistenza conveniente con queste organizzazioni. C’è, infine, la sfiducia nei confronti dello Stato.
Il primo interrogativo su cui mi concentrerei, proprio allo scopo di celebrare il ricordo di Libero Grassi, è sul perché lo Stato non sempre riesce a guadagnarsi la fiducia delle vittime. Credo che questo atteggiamento dipenda anche dal fatto che le storie di chi denuncia si trasformano spesso in racconti di sofferenza, sfiducia, abbandono. Procedimenti giudiziari lunghi, costi economici e morali insostenibili.
Chi denuncia deve attendere molti anni per ricevere i ristori previsti dalla legge, nonostante queste forme di supporto debbano essere erogate entro pochi mesi dalla validazione della denuncia da parte del pubblico ministero.
I testimoni di giustizia sottoposti a misure speciali o programmi di protezione devono affrontare sfide continue con il Servizio Centrale e la Commissione Centrale presso il Ministero dell’Interno, quasi come se i loro diritti fossero concessioni anziché misure legittime e dovute dallo Stato. Queste persone - parlo di molti casi per conoscenza diretta - vivono una condizione di isolamento e precarietà che sembra contraddire il motivo stesso della loro denuncia: contribuire a far emergere la verità e a tutelare principi di verità, legalità e giustizia.
Lo Stato, quindi, è chiamato non solo a proteggere fisicamente chi denuncia la mafia, ma anche ad offrire un sistema che li tuteli realmente dal punto di vista umano e giuridico, evitando che il percorso per la verità si trasformi in un calvario personale per chi ha avuto il coraggio di parlare e di denunciare.


